RECORD: Anon. 1882. [Review of Earthworms]. Rivista Europea (Rome) 28: 517-519.

REVISION HISTORY: Transcribed by Christine Chua and edited by John van Wyhe. 10.2021. RN1

NOTE: See the record for this item in the Freeman Bibliographical Database by entering its Identifier here. Darwin, C. R. 1882. La formazione della terra vegetale per l'azione dei lombrici con osservazioni intorno ai loro cosumi. Prima traduzione italiana col consenso dell'autore, del Michele Lessona. Turin: Unione Tipografico-Editrice.

 http://darwin-online.org.uk/converted/pdf/1882_Worms_Italian_F1407.pdf


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The formation of vegetable mould through the action of worms, with observations on their habits, by CHARLES DARWIN. London, Murray 1882.

É questa l'ultima opera del grande scienziato inglese uscita nel mese scorso, ed e la prova piu splendida ch'egli potesse dare del suo meraviglioso spirito d' osservaziooe. II titolo dice già chiaramente quale sia ii contenuto dell'opera: la formazione della terra vegetate per mezzo dell'azione dei vermi, con osservazioni sulle abitudini di questi » II Darwin però non fece che ripigliare in questo suo lavoro e ripresentare con maggior

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ampiezza e piu ricca dimostrazione la tesi ch' egli aveva sostenuto già fino dal 1837, in una sua memcria che fu allora vivamente combattuta e giacque poi presto dimenticata.

II Darwin comincia col trattare dei caratteri generali costitutivi dei vermi, delle loro abitudini e dei loro atti. Non hannoocchi, ma suppliscono in parte alla mancanza della facoltà visiva con una leggera sensibilità della regione cefalicaalla luce e questa sensibilità non è puramente passiva, ma si determina coscientemente, perchè il verme non s'accorge della luce quando è distratto in qualche modo.

I vermi non hanno udito; odorato e gusto n'hanno pochis simo, di questo però più che di quello. II tatto si produce in tutta ta superficie del corpo ed è delicatissimo. Quanto al modo di nutrizione, fanno una scelta assai limitata de' cibi i quali consistono in terra, foglie, grani, ed anche vermi morti. Hanno succhi digestivi di cui rafforzano l'azione col carbonato di calce che, mediante le glandole calcifere, disposte nell'esofago, separanodalle foglie di cui si cibano.

l vermi si fabbricano le loro piccole dimore. Scavano delletane nella terra e le ammobiliano ed abbelliscono in certo modocon foglie, pietruzze, finimenti di carta. Nel loro modo d' introdurre le foglie nelle tane, il Darwin ha scoperto la miglior prova ch'essi hanno un certo grado d'intelligenza. Le foglie a base larga le introducono dalla punta, perchè, allargandosi man mano ii contorno, la foglia si accartoccia e può entrare, mentre che, tirata dal gambo, si romperebbe contro l'oriflzio della tana. É abitudine instintiva questa? No, dice il Darwin, perchè i vermi non si conducono allo stesso modo con le foglie a base stretta. Per mettere ancora alla prova questo meraviglioso, benchè primordiale, sviluppo d'intelligenza, il Darwin presento a'vermi oggetti che non potevano conoscere, come foglie di piante esotiche, triangolini di carta; essi cercavanodi trarli nella tana dopo aver cercato il punto più favorevole. Ancora, il carattere più proprio dell'azioni completamente istintive, è quello della loro perfetta uniformità; ora questa uniformità il Darwin fu ben lungi dal riscontrare nelle abitudini e negli atti dei vermi.

In che modo producono i vermi la terra vegetale, la terra atta alla produzione? Di terra essi assorbuno grandi quantie la rimaridano alla superfice, dopo assimilati gli elemente

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nutritivi, ancora imbevuti de'succhi digestivi, e quindi, iu qualche modo, concimata oltre che triturata in minuzzoli.

lngoiano pietruzze e le sottopoogono a questo processo di distrozione, restituendole alla superficie quasi polverizzate; ciò che non possono distruggere, ricuoprono di queste loro deiezioni. In media, possono produrre uno strato di 4 millimetri per anno; riguardo al peso, ii Darwin calcola che in Inghilterra i vermi assorbano e rigettino ogni anno due chilogrammi e mezzo di terra per ogni metro quadrato. Non ci dilungheremo a parlare di altre osservazioni curiosissime del grande geologo inglese rispetto all'azione dei vermi distruggitori, da una parte, e salvatori' dall'altra, di monumenti; distruggitori percha l' opera lenta delle loro mine fa cadere le vecchie mura; salvatori perchè gli strali di terra di cui li ricuoprano, li preservano dai danni degli agenti atmosferici.

Quest' ultima opera del Darwin scuopre, come ognun può vadere, coelum, novum et terram novam, e reca un meraviglioso contributo allo studio di tutta una vastissima serie di fenomeni. II grande naturalista non avrebbe potuto chiudere più degnamente la sua quasi semi-secolare attività scientiflca.


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Citation: John van Wyhe, ed. 2002-. The Complete Work of Charles Darwin Online. (http://darwin-online.org.uk/)

File last updated 25 September, 2022