RECORD: Darwin, C. R. 1869. Sulla pangenesi. Risposta di Carlo Darwin a F. Delpino. Rivista Europea 1: 119-122.

REVISION HISTORY: Text prepared by John van Wyhe 5.2022. RN1

NOTE: See record in the Freeman Bibliographical Database, enter its Identifier here. Translation of F1748b.


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SULLA PANGENESI

Risposta di Carlo Darwin a F. Delpino.

«Io potrei dire parecchie cose in risposta alla maggior parte degli appunti critici mossi da Delpino, ma desidero restringermi ad un sol punto, non senza però far notare come io non potrei sentire la forza delle sue difficoltà ad ammeltere che le gemmule godano della facoltà di moltiplicarsi per scissione. A me par sempre plausibile l'analogia colla moltiplicazione degli atomi contagiosi, quale si verifica nel corpo delle persone infelle dal vaiuolo o dalla scarlattina. »

« L'appunto critico che a primo aspetto mi parve di maggior peso, si riferisce al fenomeno di rigenerazione che offrono talvolta i membri od organi amputati. Fondandomi su quel che conosciamo circa le leggi di accrescimento dei corpi organizzati, io credetti dover assumere che le gemmule siano susceltibili di svilupparsi soltanto quando sono unite con quelle cellule, nascenti o almeno giovanissime, le quali precedono esse gemmule giusta l'ordine di regolare successione e sviluppo.

Ora Delpino osserva che, quando si recide una zampa ad una salamandra matura (adulta), non dovrebbero più nel corpo di essa esistere cellule nascenti, bensì cellule mature, e che conseguentemente

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le gemmule non troverebbero più luogo a germinare e non potrebbero quindi riprodurre il reciso membro. Ma abbiamo noi motivo di credere che, negli animali, le cellule ossia le unità organiche persistono identiche per tutta la vita, senza venir rimpiazzate dą nuove cellule? Tutti i fisiologi ammettono che il corpo degli animali si trova, finchè dura la vita, in uno stato di continua rinnovazione. Le ossa, che si potrebbe credere siano le meno capaci di rinnovazione, subiscono, prima di giungere a maturilà, grandi mulazioni nella forma, nelle dimensioni e nel diametro del canale midollare; e anche, dopo che raggiunsero la maturità, non serbano sempre la stessa conformazione. Se dunque si ammette che i tessuti per tutto quanto il corpo degli animali si vanno incessantemente rinnovando mediante un processo di scissione e di prolificazione delle cellule vecchie, è tolta via ogni difficoltà ad ammettere che nuove gemmule possano svilupparsi nei punti di resezione di un membro reciso, non mancando ivi la presenza di cellule allo stato nascente; e non dobbiamo perdere di vista che le gemmule possono talvolta svilupparsi anche in cellule non proprie, come è dimostrato dal fenomeno di riproduzione delle unghie sull'estremità della troncatura nei casi di dita mozzate. È probabile che il rinnovamento dei tessuti mediante formazione di nuove cellule diventi sempre minore e più lento di mano in mano che si invecchia, e che la stessa cosa avvenga quanto alla facoltà della rigenerazione. Il singolare fenomeno, per cui gl'inselli, che non sogliono vivere gran tempo dopo avere compiuta la loro ultima metamorfosi, posseggono in minimo grado la potenza rigeneratrice, può essere in parte spiegato da queslo che i loro tessuti difettino di cellule nascenti. »

« Per quanto concerne le piante, le cellule componenti i tessuti durano identiche per tutta la vita senza essere rinnovate. Le cellule legnose del fusto d'un albero esistevano già nel tenero virgulto in forma di delicati otricelli. Ora, considerando il basso luogo che occupano le piante nella scala della vita, è degno di essere notato il debolissimo grado di potenza rigenerativa posseduto dalla maggior parte dei loro organi, sebbene siano forniti di somma vitalità. Se si tronca un virgullo, la gemma immediatamente inferiore svilupperà un nuovo virgulto; se si taglia il fusto d'un albero vecchio, non tarda a formarsi una grande quantità di gemme avventizie. Ma nessuno, io credo, ha veduto giammai che una foglia mutilata si rigeneri e si reintegri come fanno le membra mutilale di una salamandra; eppure, presso

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alcune specie di piante, lungo la linea di recisione delle foglie si vedrà nascere una quantità di gemme entro brevissimo tempo. Per contro, nella scorza, nuove cellule sono in via di continua formazione, poichè gli strati anteriori vengono continuamente spinti all'infuori, e nelle superficie scorticate suolsi riprodurre la corteccia (V. prof. Oliver nelle Transactions of Tyneside Club, vol. III, 1855, p. 67) da un punto isolato non connesso colla illesa corteccia circostante; in guisa che siffatto caso è del tutto analogo a quello della rigenerazione di un membro ampulalo. »

« Voglio aggiungere ancora un'altra considerazione. Delpino insiste nell'asseriré che, secondo la Pangenesi, ogni cellula deve emettere gemmule in molti stadii successivi di sua vita. Ma io non vedo questa necessità. Alcune cellule dell'epidermide, per esempio, formano sostanza cornea; ma la loro conversione in questa sostanza è apparentemente dovuta alla natura chimica del contenuto delle cellule e delle metamorfosi chimiche consecutive all'assorbimento di certi elementi. Un alomo o gemmula emessa da una di cotali cellule, data la condizione di un regolare nutrimento e sviluppo, verrebbe a costituire una cellula simile alla cellula madre, e solo postumamente si convertirebbe in sostanza cornea, senza bisogno di ammettere l'emissione di un ordine successivo di gemmule. Siccome per altro ogni cellula è di una struttura assai complessa , constando di membrane includenti, di nuclei c nucleoli inclusi, medesimamente ogni gemmula, come assai bene rilevd G. H. Lewes nella sua interessante discussione sopra questo argomento (Fortnightly review, nov. 1° 1868, p. 508), dovrebb'essere un corpo composto, in modo da poter poi svolgere tuite le parti.

L'attacco di Delpino sopra il punto debole della ipotesi, cioè che la slessa sente il bisogno di parecchie subordinate ipotesi, è perfettamente giusto, poniamo che sia spinto all'estremo. Io debbo per altro affermare per esperienza fattane recentemente, che colui, il quale si faccia a considerare intricati casi di eredità con tutte le contingenze influenti di sesso, età, stagione, incrociamento e variabilità, sarà posto in grado di meglio districare i fenomeni, e meglio dilucidarli, se ammette la nostra ipotesi, anche con tutte le sue imperfezioni. Egli porterà allora bene scolpito nella mente che la trasmissione e lo svolgimento delle gemmule sono due fenomeni bene distinti l'uno dall'altro, – che le gemmule vengono emesse da tutte le parti dell'organismo e vengono trasmesse da entrambi i parenti alla progenie

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 tanto dell'uno quanto dell'altro sesso, che infine lo sviluppo delle gemmule dipende dalla natura dei tessuti nascenti dell'individuo, modificato sia stabilmente, sia temporariamente da sesso, elà, stagione od altre condizioni.

Down, Beckenham, Kent.

CARLO DARWIN.


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Citation: John van Wyhe, ed. 2002-. The Complete Work of Charles Darwin Online. (http://darwin-online.org.uk/)

File last updated 25 September, 2022